domenica 19 ottobre 2008

Disse Krishnamurti: "...per poter sperimentare la morte mentre siamo ancora vivi, dobbiamo abbandonare ogni sotterfugio mentale, ovvero tutto ciò che ci impedisce un'esperienza diretta.. siamo plasmati dal passato, dalle abitudini, dalla tradizione, dagli schemi di vita; siamo invidia, gioia, angoscia, zelo, godimento, ognuno di noi è questo, ovvero il processo di continuità.. ..ognuno è attaccato alle proprie opinioni, al proprio modo di pensare, ed ha paura che senza i suoi attaccamenti non sarebbe nulla, allora si identifica con la casa, la famiglia, il lavoro, gli ideali... ma quanti sono quelli capaci di porre fine a tale attaccamento e realizzare il distacco? E' necessario comprendere i processi del pensiero e la comprensione del pensiero è la cessazione del tempo.. il pensiero, tramite un processo psicologico, crea il tempo, e il tempo poi controlla e configura il nostro pensiero.. ..il senso di continuità è stato edificato dalla mente, quella mente che guida se stessa per mezzo di precisi schemi e che ha il potere di creare ogni sorta di illusione, lasciarsi intrappolare mi sembra una scelta tanto inutile quanto priva di maturità.. ..non sappiamo neppure cos'è vivere, come potremo mai sapere cos'è la morte? Vivere e morire potrebbero essere la stessa cosa, e il fatto che le abbiamo separate potrebbe essere fonte di grande sofferenza.. abbiamo separato la morte trattandola come un evento che accadrà alla fine della vita, tuttavia è sempre presente.. avendo paura di quella cosa che chiamiamo morte l'abbiamo separata dalla vita relegandole entrambi in compartimenti stagni separati l'uno dall'altro da spazi immensi.. ..una mente imprigionata in tale processo non riuscirà mai a comprendere, comprendere è libertà, ma tra noi sono ben pochi coloro che vogliono essere liberi.. ..lasciamo che l'oceano della vita e della morte sia così com'è.. ..l'io che ha goduto, sofferto e conosciuto, potrà continuare? L'io esiste solo a causa dell'identificazione con la proprietà, con un nome, una famiglia, con successi e fallimenti, con tutto ciò che siamo stati e vogliamo essere. Siamo ciò con cui ci siamo identificati: è di questo che siamo fatti, e senza di questo non siamo. Vogliamo che tale identificazione con gli altri, con le cosa e le idee non abbia fine, persino dopo la morte; ma si tratta davvero di qualcosa di vivo? Oppure non è nient'altro che una massa di desideri contraddittori, di progetti, di successi, di frustrazioni, un groviglio in cui il dolore supera la gioia? ..Meglio il conosciuto che il non conosciuto vero? Eppure il conosciuto è talmente piccolo, insignificante, limitante; il conosciuto è dolore, eppure si desidera che continui.. ..ci affanniamo molto per sapere, quando cessa ogni tentativo di sapere, c'è ancora qualcosa che la mente non è riuscita ad afferrare e a far quadrare. Il non conosciuto è infinitamente più grande del conosciuto: il conosciuto non è che un'imbarcazione in mezzo al mare del non conosciuto.. ..lasciamo che tutto scorra naturalmente.. ..la verità è assai strana: più la inseguiamo più ci sfugge. Non possiamo afferrarla in nessun modo, per efficace e astuto che sia; non possiamo imprigionarla nella rete del nostro pensiero. Comprendetelo a fondo e lasciate andare tutto. Nel cammino della vita e della morte dobbiamo camminare da soli; è un viaggio durante il quale conoscenza, esperienza e memoria non possono offrire alcun conforto. La mente deve essere ripulita da tutto ciò che ha afferrato nel suo bisogno di trovare certezze; i suoi dèi e le sue virtù devono essere restituiti alle società che li hanno generati. Occorre raggiungere una solitudine completa e incontaminata..."

martedì 22 luglio 2008

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle ''i'' piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicita'.


P. Neruda ;

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sabato 3 maggio 2008

"Cara Mamma
io prendo tutto da te,
Totalmente.
Io ti prendo per madre
e tu puoi avermi come figlio.
Tu sei la grande e io il piccolo,
tu dai
e io prendo.
Cara Mamma!
Sono felice che tu abbia scelto Papà
Voi siete gli unici genitori adatti a me,
solamente Voi."

Bert Hellinger

mercoledì 23 aprile 2008

Passi scelti dal Dhammapada

I Versi Gemelli

Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo
è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione
che nasce da un pensiero torbido
è seguita dalla sofferenza,
come la ruota del carro
segue lo zoccolo del bue.

Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo
è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione
che nasce da un pensiero limpido
è seguita dalla gioia,
come la tua ombra ti segue,
inseparabile.

<mi ha ingannato, mi ha derubato>>.
Abbandona questi pensieri
ti liberi dell'odio.

In questo mondo l'odio
non può porre fine all'odio.
Solo l'amore è capace
di estinguere l'odio.
Questa è la legge eterna.

In questo mondo tutti
siamo destinati a morire.
Ricordandotene,
come puoi serbare rancore?

Con la stessa facilità con cui il vento
sradica un fragile albero
le tentazioni trascinano
chi è alla ricerca del piacere,
chi è avido, pigro e debole.

Ma come il vento
non riesce ad abbattere una montagna,
nessuna tentazione scuote
chi è desto, energico,
fiducioso e vive semplicemente.

Se la tua mente non è limpida,
se sei insincero e incapace di controllarti,
invano indossi l'abito giallo.

Confondendo l'essenziale e l'inissenziale
perdi di vista la tua vera natura
e coltivi vani desideri.

Riconoscendo l'essenziale come tale
e l'inessenziale come tale
ritrovi la tua vera natura
e arrivi all'essenza.

Come la pioggia penetra in una capanna
il cui tetto non è ben impagliato.
Chi fa del male
soffre in questo mondo e nell'altro.

Chi fa del bene
gioisce in questo mondo e nell'altro.

Chi fa del male
soffre in questo mondo e nell'altro.
Soffre contemplando il male che ha fatto
e ancora di più soffre
scendendo nelloscurità.

Chi fa del bene
gioisce in questo mondo e nell'altro.
Gioisce contemplando il bene che ha
e ancora di più gioisce
innalzandosi nella luce.

CHi recita a memoria le scritture.
ma non le mette in pratica
è come un mandriano
che conta le vacche altrui.
Costui non è partecipe
della vita dello spirito.

Ma se pur conoscendo solo
una piccola parte delle scritture,
pratichi il dharma
abbandoni le passioni, l'odio e le illusioni,
coltivi la saggezza e la serenità,
non hai desideri
né in questo mondo né nell'altro,
allora veramente sei partecipe
della vita dello spirito.

II La Consapevolezza

La consapevolezza conduce alla vita eterna,
l'inconsapevolezza alla morte.
chi si è risvegliato alla propria vera natura
non muo0re.
l'inconsapevole vive come se fosse gia morto.

Il saggio, colui che ha compreso,
trova la sua gioia nella consapevolezza,
trova la sua gioia
nel cammino tracciato dai Buddha.

Perciò medita con perseveranza
per raggiungere il nirvana,
libertà ultima.

Perciò svegliati, osservati,
agisci con purezza e con attenzione
confermemente alla legge eterna
e la tua gloria crescerà.

Con la consapevolezza,
con la padronanza di sè,
il saggio si costruisce un'isola
che nessun diluvio può sommergere.

l'inconsapevole agisce distrattamente.
Il saggio invece custodisce la consapevolezza
come il suo tesoro più prezzioso.

Perciò non lasciarti andare all'inerzia
e non lasciarti trascinare dai desideri.
Concentra la tua energia nella meditazione
e scopri la felicità più grande.

Squarcia il velo dell'insonsapevolezza,
dall'alto della torre della saggezza
il saggio contempla l'umanità sofferente
come chi dalla vetta di una montagna
guarda verso gli abitanti della pianura.


Attento fra i distratti,
desto fra i dormienti.
il saggio si stacca dalla massa
come un veloce cavallo da corsa.

Grazie alla consapevolezza
Indra è divenuto signore degli dei.
Sempre preziosa è la consapevolezza,
sempre rovinosa l'inconsapevolezza.

Perciò il bhiiksyu che ama la consapevolezza
e teme il sonno dell'inconsapevolezza
brucia ogni legame
con il fuoco della sua pratica.

Il bhikshu che ama la consapevolezza
e teme il sonno dell'inconsapevolezza
non puo' ricadere nell'illusione.
Ha trovato la via verso la liberazione.

III La Mente

Come il fabbri raddrizza una freccia.
così il saggio governa i suoi pensieri.
per loro natura instabili, irrequieti
e difficili da controllare.

I pensieri fremono e si dibattono
per sfuggire alla morte
come pesci tolti alla loro dimora liquida
e gettati sulla terraferma.

La padronanza della propria mente,
ribelle, capricciosa e vagabonda,
è la via verso la felicità.

Il saggio osserva continuamente
i propri pensieri,
che sono sottili, elusivi ed erranti.
Questa è la via verso il la felicità.

I pensieri, incorporei ed erranti,
vagano lontano.
Raccoglili nella caverna del cuore
e liberati dalla schiavitù
del desiderio e della morte.

Come può una mente agitata
conprendere la legge eterna.
se la serenità della mente è turbata,
la saggezza non puè manifestarsi.

Il risvegliato,
colui la cui mente è serena
e ha trasceso il dilemma del bene e del male
è libero da ogni timore.

Questo tuo corpo è fragile
come un vaso di coccio.
Fai della tua mente una fortezza
e combatti le tentazioni con l'arma della saggezza.

Ben presto questo corpo
giacerà sulla terra,
privo di coscienza,
inutile come un ceppo bruciato.

Nessuno, neppure il tuo peggior nemico
può nuocerti quanto una mente indisciplinata.

Ma una mente disciplinata
è un'alleata preziosa.
Nessuno, né tua madre, né tuo padre,
né i tuoi amici,
può esserti di altrettanto aiuto.

IV I Fiori

Chi è in grado di andare al di là
di questo mondo
e del mondo della morte
con tutti i duopi dei?

Tu stesso lo sei,
scegliendo il cammino luminoso del dharma
con la stessa cura
con cui un giradiniere
sceglie i fiori più belli.

Questo tuo corpo
è come schiuma sulla cresta di un'onda,
nulla più che un miraggio.
Spezza i dardi fioriti del desiderio,
e va dove il re della morte
non può raggiungerti.

Come un'alluvione trascina via
un villaggio addormentato,
cosi la morte rapisce
chi è intento a cogliere
i viori del piacere,
immerso nel sonno dell'inconsapevolezza.

La morte coglie,
prima ancora che sia sazio
dei piaceri che cerca.

Il saggio si muove nel mondo come un'ape,
che raccoglie il nettare dei fiori
lasciandone intatti la bellezza e il profumo.

Anziché badare agli errori altrui
osserva i tuoi,
esamina ciò che hai commesso
e ciò che hai omesso di fare.

Le belle parole di chi non mette in pratica
ciò che predica
sono come fiori colorati,
ma senza profumo.

Ma le parole sincere di chi vive
la propria verità
sono come fiori colorati e profumati.

Come da un mucchio di fiori
si possono trarre molte ghirlande,
fa delle occasioni della tua vita
ghirlande di nobili azioni.

Per quanto penetrante,
il profumo del legno di sandalo o del gelsomino
non si propaga controvento.
Ma il profumo della virtù
si propaga in ogni direzione.
raggiunge ogni angolo del mondo.

Il profumo del legno di sandalo o del gelsomino
non va lontano.
Ma il profumo della virtù
si innalza fino agli dei.

Le tentazioni non sviano
chi vive nella virtù e nella consapevolezza,
chi ha trovato la libertà nella saggezza.

Il loto profumato che rallegra il cuore
cresce nel fango sul ciglio della strada.

Cosi fra i ciechi mortali
il discepolo del Buddha
splende per la sua saggezza.

V L'inconsapevole

Lunga è la notte per l'insonne,
lungo è il cammino per il viaggiatore stanco,
lungo il vagare attraverso molte vite
per l'inconsapevole
che non ha ancora trovato
la via del dharma.

Se non trovi una guida
o degni compagni di viaggio
va solo,
piuttosto che in compagnia degli inconsapevoli

L'inconsapevole è roso dall'ansia
per i suoi figli, per i suoi beni.
Ma come possono i figli o i beni appartenergli...
Lui stesso non si appartiene.

L'inconsapevole che sa di essere tale
è in parte saggio.
Ma l'inconsapevole che si crede saggio
è uno sciocco incurabile.

Come può un cucchiaio
percepire il sapeore della minestra?
L'inconsapevole può trascorrere tutta la vita
in compagnia di un Buddha
per comprendere la via.

L'inconsapevole è il peggior nemico di se stesso,
le sue azioni cieche producono frutti amari.
Perché fare ciò di cui ti pentirai?
Perché fare ciò che ti portetà lacrime?

Fa ciò di cui non ti pentirai,
fa ciò che ti porterà gioia.

Il male fatto nell'inconsapevolezza
può dapprima sembrare dolce come il miele.
Ma i suoi frutti sono amari
e fonte di sofferenza.

Per mesi puoi cibarti solo
di ciò che sta sulla punta di un filo d'erba.
Ma nessuna pratica ascetica
vale un sedicesimo
di un attimo di comprensione del dharma.

Come il latte appena munto
non inacidisce subito,
così il male fatto nell'inconsapevolezza
cova come fuoco sotto la cenere.

Il sapere non giova all'inconsapevole;
nella sua cecità, l'uso che ne fa
si ritorce contro di lui.

L'inconsapevole aspira al prestigio,
al predominio sugli altri monaci,
al potere nel monastero.

Vuole essere ammirato
per le sue opere,
vuole dettare agli altri
ciò che devono e non devono fare.
In questo modo coltiva in sé
l'attaccamento e l'orgoglio.

Due sono le vie:
una va verso l'acquisire nel mondo,
l'altra verso la liberazione.
Perciò il discepolo del buddha
non cerca gli onori,
ma solo la saggezza.

VI Il Saggio

Se ti imbatti in un saggio
che ti mostra i tuoi errori
e ti segnala i pericoli del cammino,
seguilo come seguiresti
chi possiede la mappa di un tesoro.

Lasciati ammonire, lasicati guidare,
lasciati distogliere dall'errore.

Un uomo cosiffatto è amato
da tutti coloro che cercano la verità.

Bevi alla sorgente del dharma
e vivi nella serenità e nella gioia.

Come il contadino incanala l'acqua,
come il fabbro raddrizza le sue frecce,
come il falegname lavora il legno,
cosi il saggio lavora se stesso.

Come una rupe non è scossa dal vento
egli non è scosso dall'elogio o dal biasimo degli uomini.
Nell'udire la verità,
il suo cuore diventa come un lago profondo,
limpido e calmo.

Non desidera nulla
e non parla a vuoto.
Qualsiasi cosa gli accada,
nella fortuna e nella disgrazia,
va per la sua strada
senza attaccarsi a nulla.

Non desidera né figli, né ricchezza, né potere,
per sé o per altri.
Non cerca di imporsi
con mezzi sleali.

Pochi sono coloro che arrivano all'altra sponda.
La maggior parte degli uomini
si agita su e giù lungo questa sponda.

Ma coloro che vivono il dharma
arrivano all'altra sponda,
al luogo dove la morte non ha potere.

il saggio lascia la via dell'oscurità
per quella della luce.
Lascia la propria casa nel mondo
per dimorare soltanto in se stesso.

Abbandonando ogni desiderio
e ogni senso di possesso,
purifica il suo cuore
e conosce la gioia.

Ben radicato nei sette elementi
dell'illuminazione,
libero da ogni attaccamento e appetito,
raggiunge la libertà ultima
e diviene un faro per questo mondo.

sabato 12 aprile 2008

Da Giacobbe

Tu, viandante dell'universo
che attraversi la vita come una meteora,
non rendere vana la tua caduta nel vuoto
non giungere nulla nel nulla
ma dai un senso alla tua effimera presenza
in questa effimera realta'
coltivando la più sublime delle realizzazioni
e la meta più alta della Coscienza
che rende grande la Materia:
l'amore attraverso il non attaccamento.
Un buddha è dentro di te:
fallo crescere fino a divenire
un'altra sua incarnazione.
Nell'eterno fluire dal nulla al nulla
fà che fra un nulla e l'altro
la Coscienza e l'Amore
prendano il loro posto nell'evoluzione
di questo universo...

lunedì 7 aprile 2008

l'amore per gli animali...

L’amore per gli animali
di Giovanni Peccarisio
La terra fisica e l’esistenza in un corpo fisico è un momento di passaggio che l’essere umano deve compiere durante il suo cammino evolutivo. L’uomo proviene dallo Spirito e ritornerà allo Spirito.
Il Mondo Spirituale è la sua vera patria, dall’unità nel presente costituzionalmente frantumato e ritornerà di nuovo all’unità, quando le sue parti costitutive inferiori (corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale) verranno purificate e spiritualizzate dal suo nucleo centrale incorrotto e incorruttibile: l’Io, anch’esso di natura spirituale. L’evoluzione cosmica si svolge secondo il principio della spirale ascendente. Succede così che esseri che svolgono la loro evoluzione nel medesimo periodo di tempo possono trovarsi a differenti livelli di sviluppo. Chi è più in alto chi è più in basso. E’ successo e succede anche agli uomini di trovarsi su di un gradino di evoluzione spirituale inferiore rispetto agli esseri delle gerarchie superiori.
Anche l’uomo stesso si trova ad un gradino di evoluzione spirituale inferiore rispetto agli esseri delle gerarchie superiori. Nella sua “Scienza Occulta” Rudolf Steiner ci svela che nello stadio precedente all’evoluzione terrestre, quello della Luna, gli Angeli passarono il loro stadio evolutivo di uomo, lasciando indietro degli esseri spirituali, che dovettero percorrere un cammino ad un livello inferiore, non essendo stati in grado di compiere il passaggio ad Angeli. Questi esseri furono e siamo noi, gli uomini attuali.
Gli Angeli hanno potuto proseguire la loro evoluzione perchè lasciarono indietro noi uomini. Ma l’Amore Cosmico afferma che chi è più avanti “deve” aiutare chi è rimasto indietro, dove il deve coincide con il può e vuole. Tutte le Gerarchie ci aiutano durante la nostra vita e gli Angeli, occupando il gradino gerarchico successivo al nostro, ci aiutano addirittura individualmente. Un singolo Angelo è adibito alla cura di un solo uomo. Ci curano, ci sostengono con puro Amore, in quanto come è già stato detto, essi possono avanzare nella loro evoluzione avendo lasciato a noi e in noi, tutto ciò che era loro di impedimento.
Se sostituiamo al termine Angeli quello di uomini e a quello di uomini quello di animali, vegetali, minerali, in rapporto alla nostra evoluzione umana abbiamo una situazione simile. Soprattutto in rapporto al mondo animale, che ci è più vicino, noi in qualità di uomini dovremmo provare per gli animali tutti i sentimenti di compassione vera, non sentimentalistica e sentimenti di piena gratitudine. La loro coscienza è sognante, il loro io non è di questo mondo, la loro anima è collettiva. Un’anima per ciascuna specie. La loro parte costitutiva più alta è il corpo senziente. Tutto il mondo animale ciascun uomo lo porta in sè, nel suo mondo istintuale di sensazioni e sentimenti collegati. Perciò ciascun animale che ci circonda è una immagine resa visibile di un nostro istinto, di un nostro sentimento istintivo. Essi non avendo un io individuale non possono distinguere il Bene dal male, sotto questo aspetto sono puri, innocenti dipendono dalla necessità. Secondo il nostro punto di vista umano la loro libertà si manifesta negli impulsi del loro corpo senziente, che non può diventare un vero corpo astrale in senso umano non potendo veicolare un io, in quanto quest’ultimo non può raggiungere il grado della coscienza.
Ma proviamo a chiederci dove l’io umano agisce in maniera non cosciente. La risposta è nel nostro ricambio a livello fisico e nella parte della nostra volontà correlata al medesimo per quanto riguarda l’ambito animico. Alla luce di questa considerazione soprattutto riguardo agli animali che ci circondano più da vicino: gli animali domestici, possiamo affermare che essi non potendo seguire a piacimento la loro natura nel soddisfacimento dei bisogni primari (cibo, istinto sessuale, movimento ecc...) sono costretti a dipendere “in toto” dall’uomo. Uno dei principi fondamentali dell’arte dell’educazione afferma: Si educa nel modo più sano ed efficace, quando la parte costitutiva superiore dell’educatore agisce sulla parte costitutiva inferiore del sottoposto (alunno o studente).
Ad esempio: tramite l’io si educa il corpo astrale, con l’astrale l’eterico, con l’eterico il fisico. Ma questa legge per sua natura è una spada a due tagli, può agire sia in positivo sia in negativo. L’io debole dell’educatore non è in grado di controllare l’astrale dell’allievo, un astrale non purificato o non equilibrato influisce in maniera negativa sul corpo vitale che a sua volta fa ammalare il corpo fisico. Per quanto riguarda gli animali avendo essi come parte costitutiva più alta il corpo senziente, che assieme all’anima senziente è una parte costitutiva del corpo astrale, ed essendo esso indissolubilmente vincolato ai bisogni primari, per poterli correttamente educare noi uomini dobbiamo agire, tenendo presente quanto detto sopra, partendo dal nostro io non inferiore, ma superiore (cosciente). Coscienti del fatto che questi nostri fratelli minori come li definì in modo esemplare Rudolf Steiner, si sono caricati di ciò che avrebbe impedito di proseguire la nostra evoluzione.
Coscienti del fatto che vivendo vicini ad essi gomito a zampa dobbiamo dominare i nostri impulsi astrali inferiori, perchè quando li proiettiamo fuori di noi essi li accolgono totalmente senza nessuna difesa, non avendo un io che li filtra, in tal modo possono diventare alla fine germi di malattia fisica. Dovremmo prendere l’esempio dalla pazienza, tolleranza, amore, rispetto della nostra natura che le Gerarchie Spirituali hanno nei nostri confronti. Noi per gli animali siamo degli esseri superiori, degli Dei e come tali non dovremmo, anzi dobbiamo comportarci verso di essi con rispetto e amore, se vogliono ringraziarli per il loro sacrificio, che compiono giorno dopo giorno. L’amore più giusto che dobbiamo portare nei loro confronti è di natura famigliare, imparando a trattarli come fratelli minori sempre e in ogni caso nel rispetto della loro natura . Questo nostro Amore non porterà soltanto il risultato di farli vivere nella maniera più confacente alla loro natura, ma agirà anche aldilà della fine della loro esistenza fisica, poichè se giorno dopo giorno li trattiamo con questa consapevolezza, essi dopo morti invece di ritornare all’anima di gruppo diventeranno spiriti elementari che continueranno a starci intorno spiritualmente e aiutarci, dimostrandoci in tal modo la loro gratitudine per averli riconosciuti, rispettati e soprattutto amati
Giovanni Peccarisio Laureato alla "Libera Università della Scienza e dello Spirito" di Dornach (Svizzera), come Maestro Waldorf (scuole steineriane) e Maestro di pittura.

giovedì 3 aprile 2008

Gabriel Garcìa Màrquez

Gabriel García Márquez si è ritirato dalla vita pubblica per ragioni di salute: cancro linfatico.
Ora sembra che sia sempre più grave. Ha spedito una lettera di congedo ai suoi amici,
e grazie a Internet si sta diffondendo.
Vi raccomando la lettura perchè è veramente commovente
questo breve testo scritto da uno dei più brillanti scrittori Latinoamericani degli ultimi tempi.

Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.

Valuterei le cose, non per il loro valore, ma per ciò che significano.

Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi,perdiamo sessanta secondi di luce.

Andrei avanti quando gli altri si ritirano, mi sveglierei quando gli altri dormono.

Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al
cioccolato.

Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, e prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole,mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.

Dio mio se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l’arrivo del sole.

Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.

Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.

Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo.

Direi ad ogni uomo e ad ogni donna che sono i miei prediletti e vivrei innamorato dell’amore.

Mostrerei agli uomini quanto sbagliano quando pensano di smettere di innamorarsi man mano che invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!

A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.

Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza.

Ho imparato così tanto da voi, Uomini... Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.

Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno,l’ha catturato per sempre.


Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi.

Da voi ho imparato così tante cose, ma in verità non saranno granchè utili, perchè quando
mi metteranno in questa valigia, starò purtroppo per morire.

Dì sempre ciò che senti e fa’ ciò che pensi.

Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti,
ti abbraccerei fortemente e pregherei il Signore per poter essere il guardiano della tua anima.

Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei,
ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri.

Se sapessi che oggi è l’ultima volta che sento la tua voce ,registrerei ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora.

Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo ,direi "ti amo" e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.

Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò.

Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio.

Oggi può essere l’ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perchè se il domani non arrivasse, sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare un ultimo desiderio.

Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene,trova il tempo per dirgli "mi spiace", "perdonami", "per favore", "grazie" e tutte le parole d’amore che conosci.

Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti.

Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli.

Dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto sono importanti.

Se non lo fai oggi, domani sarà uguale a ieri.
E se non lo farai mai non importa.
Il momento è adesso.

Le 5 leggi biologiche

Prima legge: Il trauma è il detonatore


Ogni malattia è causata da un trauma emotivo che ci coglie impreparati, ci prende in contropiede, un trauma che viviamo in solitudine e che non sappiamo come risolvere.Allo scopo di continuare la specie, l'uomo ha sviluppato col passare del tempo dei programmi biologici di sopravvivenza che sono diventati automatici e si sono inscritti nel suo cervello, nelle sue cellule.Esiste una triade indissociabile: mente-cervello-corpo, tre unità che funzionano sempre insieme.a) Il cervello non è in grado di distinguere tra reale e simbolico, tra realtà e immaginazione.b) Siamo programmati per sopravvivere, quindi la malattia è la soluzione perfetta del cervello in termini biologici di sopravvivenza.c) Tutte le volte che un individuo viene colpito da un trauma emotivo che abbia le seguenti caratteristiche:- vissuto in maniera drammatica- ci colga impreparati- l'emoziona abbia il sopravvento sulla ragione- sia vissuto in solitudine, rimuginando continuamente il problema- non si trovi una soluzione soddisfacenteAllora e solo allora il cervello entra in azione mettendo in moto uno speciale programma biologico per la sopravvivenza dell'individuo.L'intensità del trauma emotivo determinerà la gravità della malattia, mentre il tipo di emozione determinerà la localizzazione nel corpo.Quindi la malattia è un simultaneo squilibrio a livello psichico, cerebrale e fisico dovuto ad un trauma emotivo.Senza conflitto non vi è malattia, rendersene conto è il primo passo verso la guarigione!


Seconda legge: niente esiste senza il suo contrario


Viviamo in un mondo polare, non esiste il giorno se non c'è la notte, la salute non ha senso senza la malattia, ecc. La medicina ufficiale ha individuato circa un migliaio di malattie, suddividendole in malattie "fredde" e malattie "calde". Quelle "fredde" sono: stato continuo di stress, insonnia, cancro, angina pectoris, neurodermatiti, psicopatologie, ecc. quelle "calde" sono: infezioni, reumatismi, allergie, esantemi, ecc. In verità non esiste una malattia "fredda" o una malattia "calda", ma piuttosto esistono fasi alterne "fredde" e "calde". Tutte le malattie presentano appunto due fasi: fase "fredda" detta simpaticotonia, e fase "calda" detta vagotonia. E' sempre la fase "fredda" che arriva per prima, seguita dalla fase "calda" di riparazione una volta superato il trauma. Il superamento del trauma è la chiave di volta per passare in fase di riparazione.FASE FREDDA: Al verificarsi di un trauma emotivo che ci coglie impreparati, ci prende in contropiede, che viviamo in solitudine e che non sappiamo come risolvere, i tre livelli dell'essere (mente-cervello-corpo) entrano in una fase di reazione per poter sopravvivere:- a livello psichico: il paziente continua a rimuginare il suo problema, è stressato, non ha più fame, dimagrisce, fa fatica ad addormentarsi. In questo continuo stato di allarme tutte le energie sono mobilitate al solo fine di superare il trauma.- a livello cerebrale: si producono dei cerchi concentrici (focolai) in una certa area del cervello che presiede al funzionamento di un organo ben preciso. Alla TAC cerebrale senza liquido di contrasto i focolai di Hamer sono chiaramente visibili.- a livello fisico: il cervello può dare solo quattro ordini: creare una massa (tumore, ciste, ecc) scavare un buco (lisi), bloccare, sbloccare un organo.FASE CALDA:Questa fase ha inizio solamente al momento della soluzione del conflitto.- a livello psichico: iniziamo a tirare il fiato. Lo stress si dilegua, il conflitto è stato risolto. Torna l'appetito, le estremità del corpo riprendono ad essere calde.- a livello cerebrale: nell'area del cervello dove si è verificato il "cortocircuito" comincia a formarsi l'edema di riparazione. Una volta terminata la riparazione una crisi epilettoide (tremori, sudori freddi, stress, evacuazioni urinarie) verificherà se l'evento conflittuale è stato completamente superato; in caso affermativo l'edema sarà evacuato tramite la diuresi, in caso negativo si manifesterà con fasi alterne di ricadute e risoluzioni che avranno come conseguenza il formarsi di una cisti cerebrale al posto dell'edema.- livello fisico: già prima della crisi epilettoide la malattia smette di progredire ed il cervello si ripara. Nella fase di vagotonia (fase calda) il paziente entra in uno stato di infiammazione; tutte le energie sono ora tese alla risoluzione cerebrale e fisica: può avere stati febbrili, dolori diffusi o localizzati e molta stanchezza. Tutti gli stati infiammatori sono delle riparazioni, ivi comprese le malattie infettive. E' da tener presente che la fase di riparazione può essere anche più pericolosa della fase di malattia.


Terza legge: Il sistema ontogenetico dei tumori e delle malattie equivalenti


Il termine ontogenetico si riferisce alla vita embrionale dell'individuo e si parla di "malattie equivalenti" perché non solo i tumori, ma tutte la malattie, si comportano secondo l'enunciato delle cinque leggi.La ragione di tutti i comportamenti biologici risale alla notte dei tempi e comincia con l'apparizione della prima cellula sul nostro pianeta.Abbiamo già detto che l'uomo non sarebbe potuto sopravvivere fino ad oggi se non avesse integrato nel suo cervello programmi biologici di sopravvivenza volti al superamento di ogni genere di ostacoli che nel corso dei millenni si sono presentati sul cammino della sua evoluzione. Una volta superato l'ostacolo, la soluzione viene trasmessa alle generazioni future: nei primi due mesi di vita intrauterina il feto incarna tutta questa memoria dall'inizio della vita ad oggi.
- prima tappa dell' evoluzione:La cellula per continuare deve respirare, mangiare, eliminare e riprodursi. Col passare dei secoli la nostra cellula si associa ad altre cellule e diventa un organismo pluricellulare adattandosi così alle situazioni contingenti. Se, per esempio, esso vive in un luogo dove l'ossigeno scarseggia, entra in una fase di stress e trova la soluzione al problema moltiplicando le cellule specializzate nella respirazione. Creerà una specie di tumore, una proliferazione cellulare. Dunque a questo stadio della vita, la sopravvivenza è assicurata da un aumento delle cellule là dove è necessario e l'ordine di proliferazione viene impartito da una struttura cerebrale arcaica che diverrà il tronco cerebrale. Ciò che avviene nel ventre materno in qualche modo ripercorre tutti gli stadi dell'evoluzione, tant'è vero che, nel corso del suo sviluppo, l'embrione sembrerà di volta in volta un'ameba, un girino, ecc.Cos'à ereditato l'uomo moderno dalla prima tappa dell'evoluzione della vita sulla Terra? Quali sono gli eventi conflittuali? Sono conflitti che riguardano il...boccone! Un boccone di cibo, d'aria, un boccone da espellere, un boccone in senso figurato (nutrirsi, respirare, eliminare). L'uomo quando si sente crollare tutto addosso, il cervello trattiene i liquidi. Per quanto riguarda la funzione riproduttiva, i conflitti interesseranno l'endometrio e parte della prostata.
- seconda tappa dell'evoluzione:Qui assistiamo al passaggio degli organismi viventi dall'ambiente acquatico a quello terrestre. Ora deve proteggersi dal nuovo mondo che lo circonda: là dove sarà aggredito dai raggi solari, il cervello produrrà un ispessimento delle membrane per evitare di morire bruciato. Nel ventre materno, l'embrione continua a perfezionarsi irrubostendo tutte le membrane: derma, pleura, peritoneo, pericardio.Quali tracce psichiche rimarranno registrate nella memoria dell'uomo moderno? In generale tutti i conflitti relativi alla paura di venire aggrediti, di subire un'aggressione contro l'integrità fisica all'altezza del torace (mesotelioma pleurico), della cavità addominale (mesotelioma peritoneale), del cuore (mesotelioma del pericardio). Fanno ancora parte tutti i conflitti relativi al sentirsi in qualche modo colpiti nella propria integrità morale, insozzati: attacchi vissuti sulla pelle che daranno luogo a melanomi. La pelle è la parte del nostro corpo che per prima entra in contatto con gli altri individui
- terza tappa dell'evoluzione: Per il nostro piccolo organismo è ora di muoversi, esplorare l'ambiente circostante. Dovrà quindi sviluppare uno scheletro, dei muscoli e dei tendini. Ma se il mondo verso il quale tende (la terra) non è migliore di quello dal quale proviene (l'acqua), deciderà di tornare indietro e dovrà quindi perdere gli organi che aveva espressamente sviluppato: dovrà fare una lisi (riduzione cellulare, necrosi), perdere sostanza.Nel ventre materno comincia è il momento in cui compare il sistema osseo e muscolare. Questa fase corrisponde allo sviluppo del proprio valore. Qui i conflitti sono di svalutazione di sé (osteoporosi).
-quarta tappa dell'evoluzione:E' un ulteriore precisarsi di tutte le tappe precedenti, il passaggio da: "mi sposto sulla superficie e mi misuro con il nuovo ambiente" a "entro in comunicazione con altri individui". Si affinano gli organi sensoriali:Sul piano psichico assistiamo ad una proiezione di sé in un contesto sempre più vasto e complesso. Se ho paura di morire la soluzione biologica del cervello sarà quella di aumentare gli alveoli polmonari per prendere più aria e sopravvivere, insomma una proliferazione cellulare, un cancro ai polmoni. Se invece mi "tolgono il fiato", mi "manca il respiro", ossia un conflitto dipendente dal mio rapporto con gli altri, la soluzione sarà quella di ulcerare i bronchi affinché passi più aria. Mentre se il conflitto è legato a dover andare allo stesso tempo in due direzioni diverse e non sappiamo cosa decidere, la soluzione biologica è la paralisi delle gambe (blocco funzionale).
In sintesi:Al verificarsi di un conflitto inatteso, senza soluzione apparente, vissuto in solitudine, la patologia si esprime contemporaneamente a livello mentale, cerebrale e organico.- a livello mentale c'è uno stato di stress permanente- a livello cerebrale si verifica un corto circuito in una specifica area del cervello- a livello organico avviene la proliferazione cellulare (tumore) oppure la lisi (perdita di sostanza) o ancora un blocco funzionale (paralisi).L'eliminazione del conflitto è la chiave di svolta che permette di passare alla fase di riparazione.


Quarta legge: I microbi sono al servizio del cervello:


I microbi sono nostri alleati, sono loro che si occupano di riparare i danni durante la seconda fase. E' il cervello che invia l'ordine ai nostri amici virus, funghi o batteri.Tutti i microbi arrivano, proliferano e scompaiono per favorire la riparazione secondo una logica ben precisa in sincronia con il nostro cervello e il nostro corpo. Essi fanno parte del programma biologico della Natura.l'uomo convive con i microbi: il nostro corpo contiene dieci volte più batteri che cellule umane: centomila miliardi


Quinta legge: della quintessenza:


Tutti i comportamenti dell'uomo (e malattie) sono determinati da programmi speciali di sopravvivenza inscritti nel cervello fin dalla notte dei tempi. La malattia è una soluzione biologica del cervello, l'ultima possibilità di sopravvivenza.Ogni organismo vivente possiede un cervello più o meno sviluppato, in grado di captare inconsciamente le informazioni provenienti dal mondo che lo circonda. Le cellule i batteri che abitano in noi, i vari organi, tutto funziona all'unisono, con lo steso ritmo del cervello principale.
La malattia ha sempre un senso. Essa è utile, necessaria, vitale per l'individuo e per l'evoluzione della specie.
Tratto da La medicina sottosopra. E se Hamer avesse ragione? di Giorgio Mambretti e Jean Séraphin ed. Amrita

La Bufala Della Chemio


Cancro: un crepuscolo degli deiTratto da libro: "Il Tradimento della Medicina" di Alberto Mondini
Come è nata questa strana pratica di somministrare terribili sostanze ai pazienti per guarirli, la chemioterapia? Essa si basa sul fatto che le cellule cancerose sono più deboli di quelle sane, pertanto, sotto l'azione di veleni o di radiazioni ionizzanti, sono le prime a morire. Questa constatazione porta però a una delle pratiche più insensate della storia della medicina: avvelenare ed irradiare il paziente per guarirlo! Anche la persona meno informata, riesce a comprendere che guarigione significa miglioramento della salute. Nessuna persona sana di mente penserebbe che l'inquinamento, gli esperimenti atomici o l'incidente di Chernobyl siano i provvidenziali vantaggi dei nostri tempi per mantenerci sani. Tutte quelle discussioni fatte in televisione di volta in volta su chemio o medicine alternative hanno un solo scopo: confondere le idee e annebbiare le menti della gente. In verità la questione è di una semplicità lapalissiana e disarmante. Vogliamo sapere se la chemio è una terapia valida o no? E’ molto facile saperlo; basta fare quello che si fa con qualsiasi altra cosa di qualsiasi genere per sapere se funziona o no: si osservano i RI-SUL-TA-TI. Su di essa esistono studi, statistiche, dati ufficiali accurati. E’ vero che gli oncologi, con la complicità dei media, creano su di essi una cortina fumogena, ma non è per niente difficile averli; poi basta leggerli. lo li ho trovati e ve li posso comunicare. Ripeto: questi non sono i miei dati, sono i dati ufficiali dell'oncologia ufficiale. Confrontateli con le centinaia di ore di chiacchiere televisive trionfalistiche di Tirelli & C.
Prima di tutto bisogna sapere cosa si intende in medicina per paziente guarito di cancro. Poiché effettive guarigioni non ne ottengono mai, definiscono guarito colui che sopravvive almeno cinque anni dal giorno della diagnosi, anche se muore cinque anni e un giorno dopo, anche se alla fine del quinto anno ha un cancro grande come una zucca che gli sta straziando il corpo. Credo che veramente poche persone conoscano questo dato. Non è che venga tenuto segreto; ma, per darvi un'idea, io per televisione in tanti anni l'ho sentito spiegare solo un paio di volte e solo di sfuggita. Ricordatevi che cambiare il significato alle parole è un mezzo importante per confondere e dominare. Questo dato pertanto è fondamentale, è una chiave per capire veramente tutti i discorsi che fanno gli oncologi quando parlano di "guarigione". Premesso ciò, loro proclamano che: ogni 100 persone che si ammalano di cancro, 50 guariscono; in altre parole ciò significa soltanto che 50 muoiono entro 5 anni dalla diagnosi, le altre dopo. In verità le cose stanno perfino molto, ma molto peggio di così. Se lasciamo perdere le chiacchiere televisive e le cialtronate per ottenere offerte e finanziamenti e ci riferiamo a ciò che effettivamente è scritto e provato, troviamo che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di "tumore certo" è mediamente del 7%. Nella tabella seguente trovate i dati riferiti ad alcuni specifici tipi di tumore. Sono presi dal monumentale trattato Medicina Oncologica di Bonadonna e Robustelli (testo universitario): mille pagine per dire "non ci abbiamo capito niente".
Ma perfino questi dati sono troppo ottimistici! Un lavoro scientifico pubblicato nel 2004, prende in esame dieci anni di statistiche mediche australiane e americane (gennaio 1994-gennaio 2004) sui risultati della chemio nella cura del cancro. I risultati, usciti dallo spoglio di un campione immenso e più che rappresentativo di circa 227.800 casi di tumore, sono catastrofici: in media, solo il 2% dei pazienti sottoposti alla chemio risulta essere ancora vivo dopo 5 anni dall'inizio del trattamento "terapeutico". Provate un po' ad immaginare un impresario edile che costruisce case il cui 93 o 98% crolla entro cinque anni dalla costruzione. Prima di tutto nessuno lo pagherebbe più e poi verrebbe messo in galera; a meno che qualcuno non lo appenda prima al più vicino lampione... Invece gli oncologi vengono strapagati, onorati, vezzeggiati, ascoltati per ore e ore in noiosissime trasmissioni televisive di medicina. I più famosi oncologi italiani riescono a farsi pagare 200-300 euro o più per una visita di 10-15 minuti! Incomprensibile... Il fatto è che costoro fanno leva sulla paura, sul dolore e sull'ignoranza di questi dati da parte dei malati e dei loro famigliari. Come la paura e l'ignoranza vengono poi alimentate sistematicamente con ogni mezzo, potete facilmente constatarlo voi stessi.
Il Prof. Luigi Di Bella qualche anno fa avvertì che "se una persona viene dimessa dall'ospedale, si dice che è in remissione. Quando ritorna viene curata e viene dimessa un'altra volta. Se ogni dimissione viene considerata come un dato positivo, i conti aumentano. E siccome non si può morire più di una volta, se un individuo è stato dimesso 9 volte ed è morto una volta sola si avrà un 90% di guarigione e il 10% di mortalità. La fortuna dei medici è che si muore una volta sola". Estremamente importante in questo contesto è la vasta indagine condotta lungo 23 anni dal Prof. Hardin B. Jones, fisiologo presso l'Università della California, e presentata già nel 1975 al Congresso di Cancerologia, presso l'Università di Berkeley. Oltre a denunciare l'uso di statistiche falsificate, egli prova che i cancerosi che non si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia N.d.A.) sopravvivono più a lungo o almeno quanto chi riceve queste terapie. Come dimostra Jones, le malate di cancro al seno che hanno rifiutato le terapie tradizionali, mostrano una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete.
Uno studio condotto da quattro ricercatori inglesi, pubblicato su una delle riviste mediche più autorevoli del mondo, The Lancet del 13-12-1975, e che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi. La vita media di quelli trattati con chemioterapia completa fu di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 220 giorni.Un altro dato fondamentale che indica come le terapie ufficiali per i tumori siano inefficaci, sono semplicemente le statistiche di morte per tumore. Nonostante le decine di miliardi di euro spesi per la ricerca e le centinaia di miliardi per i trattamenti, i dati degli istituti di statistica dì tutti gli stati occidentali mostrano che le morti per cancro dal 1950 alla fine del secolo sono continuamente e notevolmente aumentate.
Riunione del settembre 1994 del President's Cancer Panel: "Tutto sommato, i resoconti sui grandi successi contro il cancro, devono essere messi a confronto con questi dati" aveva detto Baílar, indicando un semplice grafico che mostrava un netto e continuo aumento della mortalità per cancro negli Stati Uniti dal 1950 al 1990. "Torno a concludere, come feci sette anni fa, che i nostri vent'anni di guerra al cancro sono stati un fallimento su tutta la linea". Chi è questo personaggio che esprime idee così eretiche, un naturopata? un ciarlatano, come è stato definito Di Bella? Un guaritore che approfitta dei poveri malati? Uno che non conosce le percentuali di guarigione? Risulta difficile definire ciarlatano o incompetente, John C. Bailar III, insigne professore alla Mc Gill University, uno dei più famosi esperti di epidemiologia e biostatistica. Non parlava del resto ad una platea di sprovveduti; il President's Cancer Panel è nato in conseguenza del National Cancer Act, un programma di lotta contro il cancro, firmato dal presidente americano Richard Nixon il 23 dicembre 1971 e per cui si sono spesi fino al 1994 ben 25 miliardi di dollari. I dati relativi alla situazione della lotta al cancro vengono forniti direttamente al Presidente degli Stati Uniti. La conclusione principale di Bailar, con cui IMI (National Cancer Institute) concorda, è che la mortalità per cancro negli Stati Uniti è aumentata del 7% dal 1975 al 1990. Come tutte quelle citate da Bailar, questa cifra è stata corretta per compensare il cambiamento nelle dimensioni e nella composizione della popolazione rispetto all'età, cosicché l'aumento non può essere attribuito al fatto che si muore meno frequentemente per altre malattie. I dati "grezzi" sono ancora più pesanti.
Esaminiamo altri dati e altre falsificazioni. Gli oncologi vanno dicendo che le possibilità di guarire dal cancro sono molto più alte oggi, il 50 %, rispetto al 20 % del 1930. Se teniamo per buoni questi dati (ma sappiamo che sono privi di fondamento), come mai allora le morti per cancro sono spaventosamente aumentate negli ultimi 70 anni? Il fatto è che nel 1930 non esistevano tutti i sofisticati mezzi di diagnosi e le campagne di sensibilizzazione alla diagnosi precoce; pertanto il cancro veniva scoperto tardivamente e così il tempo fra la diagnosi e il decesso era breve, se non brevissimo. Oggi invece, poiché la diagnosi avviene spesso in tempi molto più precoci, la morte arriva più tardi rispetto alla diagnosi stessa e più sovente oltre i fatidici 5 anni! Cito ancora la conclusione a cui sono arrivati ricercatori del Dipartimento di genetica e di biologia molecolare dell'Università degli Studi La Sapienza di Roma attraverso ricerche sperimentali. Essi "confermano, infatti, che alcuni chemioterapici, quali la citosinarabinoside, il metotrexato, la vincristina ed il cisplatino4 (sostanze usate comunemente e quotidianamente nei trattamenti N.d.A.), in particolari linee tumorali aumentano la resistenza alla morte cellulare (...) Questi risultati sono sorprendenti, poiché dimostrano che i suddetti chemioterapici non uccidono le cellule tumorali, come invece generalmente si ritiene, bensì, impedendo l'apoptosi (morte della cellula, N.d.A.), facilitano la crescita del tumore" .
A fronte di un'efficacia nulla della chemioterapia e degli altri trattamenti, ben testimoniata dai risultati, vi è la terribile tossicità delle sostanze usate, tanto è vero che le autorità sanitarie hanno dovuto prendere drastici provvedimenti per salvaguardare la salute dei lavoratori addetti alla manipolazione e somministrazione di questi cosiddetti farmaci (medici, infermieri e farmacisti). Poiché la lista degli effetti collaterali è molto lunga, mi limito a darvi alcune delle caratteristiche tossicologiche in generale e di un paio di sostanze specifiche, prendendole da una pubblicazione dell'Istituto Superiore della Sanità.
Chemio in generale. Tra una ventina di effetti collaterali, troviamo: sterilità, aborti, malformazioni nei figli, danni a cuore, fegato, reni, sistema nervoso e produzione di tumori secondari (!!!). "Infatti, non solo essi sono in grado di innescare la trasformazione di cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l'insorgenza di neoplasie". Lo sanno anche loro che questa è una pratica assassina; di questo non avevo dubbi.
Antraciclinici: "Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità nel 50 % dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni” .
Procarbazina: "E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazioni nei figli, N.d.A.) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10 % di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante'
Qual è la castroneria che sta alla base di questa orribile situazione? Nonostante nel corso dei decenni ci siano sempre stati molti pareri contrari, tutta l'oncologia oggi si basa su un'ipotesi (badate bene ' solo un'ipotesi), che non è mai stata dimostrata. Secondo questa tesi, il cancro si origina da una cellula che, per un danno genetico, comincia a proliferare all'impazzata. Senza a stare ad esaminare quanto sia attendibile da un punto di vista scientifico questa teoria, limitiamoci a riflettere sui risultati ottenuti su questa base negli ultimi 60 anni: zero. Nonostante il totale fallimento di questa teoria, nessuna voce contraria ha alcuna possibilità di essere ascoltata. Perfino la medicina non convenzionale ne è stata contagiata e, nonostante i suoi risultati sicuramente migliori, non ha trovato il bandolo della matassa.

mercoledì 2 aprile 2008

Non Mi Interessa

Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri, e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.
Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l'amore, per i sogni, per l'avventura di essere vivo.
Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita, o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.
Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio o il tuo; se puoi ballare pazzamente e lasciare l'estasi riempirti fino alla punta delle dita senza prevenirti di cautela, di essere realisti, o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.
Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera.
Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso, se puoi subire l'accusa di un tradimento e, non tradire la tua anima.
Voglio sapere se sei fedele e quindi hai fiducia. Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni e se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo o mio, e continuare a ridere all'argento di una luna piena.
Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai, mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due, e fare quel che si deve fare per i bambini.
Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui, voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me, e non retrocedere.
Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove, voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quanto tutto il resto non l'ha fatto.
Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso, e se veramente ti piace la compagnia che hai nei momenti vuoti...


Scritto di un'indiana della tribù degli Oriah

Due Cervelli...

Due cervelli: nella testa e nell'intestinoIl sistema nervoso enterico ha sede nelle mucose dell'esofago, dellostomaco, dell'intestino.Due cervelli sono meglio di uno. Quanto meno così si spiega lo strettorapporto che intercorre tra i due cervelli del corpo umano, quello che sitrova alla sommità della colonna vertebrale e quello nascosto, ma potente,che ha sede nell'intestino, noto come sistema nervoso enterico, che regolatutte le funzioni del sistema gastrointestinale (o GI).

Chiunque abbia sentito un certo fastidio allo stomaco prima di parlare inpubblico o abbia avuto un attacco di dissenteria la notte prima di un esamesa come agiscono i due sistemi nervosi. Il rapporto tra i due cervelli staalla base di molti problemi fisici e psichici. Disturbi come l'ansia, ladepressione, la sindrome dell'intestino irritabile, le ulcere e il morbo diParkinson danno sintomi sia a livello cerebrale che intestinale."

La maggioranza dei pazienti che soffrono d'ansia e di depressionepresenteranno anche alterazioni del sistema gastrointestinale", dice EmeranMayer, che insegna medicina, fisiologia e psichiatria all'Università diCalifornia a Los Angeles.I sintomi e le cure che riguardano un sistema possono interessare anchel'altro. Gli antidepressivi, ad esempio, provocano disturbi gastrici in unquarto dei pazienti che li assumono. In una situazione di pericolo la nauseaè provocata da un'impennata degli ormoni dello stress prodotti dal corpo. Lostress può anche sovrastimolare le terminazioni nervose nell'esofagoprovocando il riflesso della tosse.

Michael D. Gershon, autore del saggio The Second Brain e direttore deldipartimento di anatomia e biologia cellulare presso la Columbia Universitydi New York, fa parte di un gruppo di ricercatori che studiano i rapportitra cervello e intestino nel campo relativamente nuovo dellaneurogastroenterologia.Le nuove conoscenze sull'attività del secondo cervello e le interazioni trai due cervelli servono a curare un certo numero di disturbi, come la stipsi,le ulcere e il morbo di Hirschprung. Il compito del sistema nervoso entericoè di gestire ogni aspetto del processo digestivo, dall'esofago allo stomaco,intestino tenue e colon. Il secondo cervello vi sovrintende usando glistessi strumenti del grande cervello, cioè una rete di circuiti neuronali,neurotrasmettitori e proteine quasi completamente autocontrollata."L'intestino controlla la pressione", dice Gershon. "Controlla il processodigestivo. Individua le sostanze nutrienti, misura gli acidi e i sali. E' unpiccolo laboratorio chimico".

Il sistema enterico fa tutto da solo, con un minimo aiuto da parte delsistema nervoso centrale. Non sorprende che esista un rapporto diretto trastress emotivo e malessere fisico. "I clinici ammettono che numerosedisfunzioni del sistema gastrointestinale comportano alterazioni del sistemanervoso centrale", dice Gary M. Mawe, professore di anatomia e neurobiologiaall'Università del Vermont.

Il grande interrogativo è se venga prima la fisiologia o la psicologia. Isistemi nervosi enterico e centrale utilizzano lo stesso hardware perlanciare due programmi molto diversi. La serotonina, ad esempio, ha un ruolofondamentale nella sensazione di benessere.Ma il 95 per cento della serotonina prodotta dal corpo ha sedenell'intestino, dove agisce come neurotrasmettitore e meccanismo disegnalazione.Studi recenti indicano che lo stress, soprattutto nelle prime fasi dellavita, può causare patologie croniche del sistema gastrointestinale, quantomeno negli animali."Se si mette un ratto su una piccola piattaforma circondata dall'acqua, unasituazione per l'animale molto stressante, sviluppa un disturbo equivalentealla diarrea", dice Mayer. Aggiunge poi che il 70 per cento dei pazienti incura per patologie croniche dell'intestino hanno subito nella prima infanziatraumi come il divorzio dei genitori, malattie croniche o la morte deigenitori. "Credo che le esperienze dell'infanzia, accanto al patrimoniogenetico individuale determinino il modo in cui una persona reagirà allostress per il resto della vita", sostiene Mayer.

Fonte: LaRepubblica (11/09/2005)

IL SECONDO CERVELLO

L'intestino si emoziona, soffre, gioisce. Insomma, l'intestino è "intelligente". E' la scoperta di uno scienziato americano e questo darà anche una svolta ai metodi di cura. Ciò che la scienza ha battezzato come «secondo cervello» vive sì nel ventre di ciascuno di noi (come Alien, appunto) ma è una sorta di chiave che regola stress, ansia e tensione.

Ogni situazione che comporta una certa variazione di energia emotiva (aumento della frequenza cardiaca e della respirazione), es. l'innamorarsi od il perdere un amore, il cercare lavoro od il perderlo, avere paura o coraggio, ecc. ecc., una parte importante del tubo digerente viene ad essere interessata, lo stomaco e/o la pancia; si mangia di più o di meno a seconda del tipo di persona.

Fin dall'antichità si afferma che la pancia è la sede delle emozioni e dell' inconscio; ma per potere avere queste funzioni, occorre che la pancia abbia un "cervello" che possa elaborare i dati autonomamente da quello superiore, recenti scoperte (studi di neurogastroenterologia) hanno confermato che il cervello enterico esiste, eccome e che esso funziona autonomamente da quello superiore; i naturisti lo sanno molto bene, infatti non esiste malato che non venga curato iniziando dall'apparato digerente, la medicina ufficiale non lo considera neppure...nelle sue "terapie" sintomatiche ! Come sempre più spesso succede, la medicina naturale e popolare, non solo non ha torto, ma addirittura viene sempre più confortata dalle ricerche e scoperte della scienza.

I due cervelliI due cervelli, il cranico e l'enterico (plesso mienterico e submucosale), sono connessi dal nervo vago. Il cervello enterico detto addominale o viscerale, nella sua evoluzione, oltre a soprassedere alle funzioni vitali, ricerca del cibo, elaborazione delle sostanze necessarie alla vita delle nostre cellule, compito assai riduttivo per una cosi grande massa di neuroni, la natura ha previsto di investirlo di proprietà legate alle funzioni derivanti dalle emozioni ed all'inconscio del soggetto; infatti le sue cellule producono neurotrasmettitori (il 95% della serotonina è prodotta in quella sede) e proteine che contribuiscono al buon funzionamento del Sistema Nervoso Centrale (SNC) e quindi dell'intero apparato bio cibernetico - il corpo;

Gli stati d'animo dipendono anche dallo stomaco

Il secondo cervello (il cervello enterico) secerne delle sostanze psicoattive (oppiacei, antidolorifici, calmanti) che influenzano gli stati di animo. La serotonina ci dicono i ricercatori, è interessata anche del riflesso peristaltico. Quando il cibo, ormai divenuto bolo intestinale, passa nel tubo digerente a contatto con la mucosa intestinale, i neuroni situati nella sede interessata al passaggio del bolo, si stirano e stimolano di conseguenza delle cellule (enterocromaffini) a liberare la serotonina che a sua volta agisce su altri neuroni che sono situati sotto la mucosa stessa, che comandano a loro volta le cellule muscolari, all'interno dell'epitelio della mucosa del tubo digerente, di dilatarsi e/o di contrarsi creando un flusso di "contrazione" a monte e "dilatazione" a valle (come i movimenti di un bruco) per far avanzare in una unica direzione (verso l'ano) il chimo - cosi' e' chiamato il cibo ingerito dalla bocca e predigerito dallo stomaco, quando transita nella parte all'uscita dello stomaco verso e nel duodeno, poi esso e' chiamato chilo - dal duodeno, digiuno e nell'ileo, zone nelle quali convive la nostra flora autoctona biovitale - batteri, funghi, enzimi - flora deputata a demoleculizzare (ridurre in molecole), il chilo (che e' il bolo - cibo - pronto ad essere assorbito, in sostanze vitali e/o non, e che, una volta assorbite dalla mucosa intestinale per mezzo dei villi, vengono in seguito trasportate dal sangue alle cellule per il loro nutrimento.

Il cervello cranico non ha la predominanza

Per molto tempo si è pensato che il cervello di sopra (nella testa) avesse la predominanza e/o superiorità in tutte le funzioni vitali, ma da quando sono state fatte le scoperte che tutta la parete, la mucosa intestinale è cosparsa di neuroni legati alle funzioni vitali dell'apparato stesso, si è compreso che vi è una totale integrazione dei due cervelli, distanti e separati, ma operanti in sintonia ed integrazione per le funzioni vitali dell'essere stesso. Un altro fatto risulta dall'utilizzo improprio di determinati farmaci, es. quelli gastroenterici producono alterazioni cerebrali/mentali nella testa e gli psicofarmaci producono effetti indesiderati nell'intestino. Con tutta probabilità la sindrome del colon irritabile è dovuta ad una irregolare comunicazione fra il cervello di sotto e quello di sopra e/o viceversa; in questo caso la quantità di impulsi nervosi è a favore del cervello enterico, perché vi si sommano gli impulsi derivanti dall'inconscio che "vive" nel DNA contenuto nelle cellule neuroniche che vi sono nel cervello di sotto, il quale invia i propri segnali anche all'encefalo superiore, nel sistema limbico cerebrale, area deputata ad interpretare ed elaborare i segnali delle sensazioni emotive, ricevute anche dal cervello inferiore.

Il cervello di sotto è in grado di memorizzare le ansie

Il cervello di sotto è in grado di memorizzare le ansie, le emozioni e di elaborarle con quelle già memorizzate nell'inconscio in precedenza e di fornire quindi le variazioni di livello delle funzioni adatte dell'apparato intestinale e quindi dell'intero sistema bio cibernetico.

Di sicuro è il cervello di sopra nella testa che raccoglie i dati, li elabora suscitando le emozioni, ma è la pancia che riferendo la sua "versione", prepara un profilo emotivo sul quale vanno ad impiantarsi le attività del cervello superiore. Il cervello di sotto è in grado di recepire e riconoscere non soltanto i vari cibi adatti introdotti nella bocca, ma anche le sostanze velenose.

Quindi è chiaro che ogni situazione emotiva e/o di cibo cosi come introduzione di farmaci e vaccini, non adatti, generano nel cervello di sotto (intestinale) delle piccole, medie, grandi reazioni, utili ad ogni situazione (conscia e/o inconscia gestite dai due cervelli) vissuta nella vita quotidiana. Il cervello di sotto quindi, non è solo legato alle reazioni al cibo ingerito, ma può pensare, prendere decisioni, provare sensazioni autonomamente da quello di sopra, come insegna la neurogastroenterologia, vedi la colite, l'ulcera, i bruciori di stomaco ecc. che sono proprio malattie causate dallo stress.

La digestione

La digestione avviene in maniera autonoma ed intelligente perché le cellule endocrine (conosciute in passato come, cellule di Kuitschitzky) sono state definite di recente come paraneuroni, essendo molto simili alle cellule nervose, le quali inviano gli appositi segnali a fegato, pancreas, cuore, polmoni, cioè a tutti gli organi del corpo) per far si che la digestione avvenga in modo adatto alla situazione. Questi paraneuroni non assicurano solamente questo tipo di funzioni, ma assolvono anche ad altre ancora poco conosciute dalla scienza ufficiale e che sono quelle di essere la "sede" o parte della rete neuronica ove si posiziona la mente reattiva/emozionale, parte di quella inconscia; questi paraneuroni + i neuroni della rete nervosa intestinale, colloquiano incessantemente con il cervello di sopra (nel cranio), normalmente in armonia ed in altri (stato di pre o malattia) in disarmonia.

Per la digestione ci vuole movimento

La vita sedentaria che l'uomo moderno conduce, non permette all'intestino di lavorare correttamente. Esso ha bisogno di movimento per poter elaborare il cibo introdotto.

Vi sono anche vari problemi legati alla peristalsi: mancata produzione di sufficiente serotonina per attivare la peristalsi; troppo stress al quale e' sotto posto l'individuo, che investe i due cervelli (superiore e quello intestinale), cioe' tensione fisica che impedisce il rilassamento della parete del tubo digerente. Per rilassarsi e migliorare la digestione un buon massaggio aiuta.

Lo stress intellettivo coinvolge lo stomaco

La sensazione che ha lo stomaco, quando si è sotto stress intellettivo, si spiega con la produzione di determinati ormoni che vanno a stimolare i centri nervosi della mucosa stomacale. Quando siamo sotto posti ad una forte emozione (paura) corriamo subito al gabinetto per eliminare le feci o l'urina, perché i sensori nervosi intestinali e quelli attorno alla vescica sono investiti di determinati stimoli di eliminazione. Altro fatto utile alla comprensione di questi meccanismi è che per esempio durante il sonno, quando non vi sono stimoli esterni per i due cervelli, molto spesso chi ha problemi digestivi soffre di insonnia e/o ha incubi notturni.

Meccanismo di regolazione automatica

Vi è un meccanismo di regolazione automatica, quando l'organismo è in salute e/o in stato emotivo normalmente accettabile; quando questi due casi sono alterati (salute e/o emozioni forti), immediatamente variano, di poco o molto, le fasi del controllo e regolazione della serotonina e quindi si apre una o l'altra direzione di funzioni di "trattenimento" o di "eliminazione" cogestite dai due cervelli (centrale ed intestinale; alle volte le due fasi compaiono alternativamente per certi periodi di tempo che possono durare anche anni.

Il cervello intestinale è quindi il motore della vita fisica e di quella emotiva,

Il cervello intestinale è quindi il motore della vita fisica e di quella emotiva, che quindi interagisce in quella spirituale dell'essere stesso ! Un altro compito del cervello enterico, è quello di organizzare l'insieme bio cibernetico (il corpo) dei batteri che convivono in noi per aiutarci a vivere ogni giorno . L'intestino (tubo digerente) rappresenta il fuori del corpo, la pelle/mucosa della parte anaerobica (senza aria), ed in esso vivono circa 400 specie di questi batteri indispensabili alla vita dell'intero sistema, in un "appartamento" di circa 400m2 - di circa 8 m. nell'uomo adulto, la stragrande maggioranza di questi batteri è probiotica/eubiotica ed essi sono anche deputati a mutarsi, quando le condizioni di salute intestinale (pH) variano per l'introduzione di cibi inadatti intossicati, farmaci, vaccini e/ di situazioni vissute di stress lo impongono, aggredendo e "mangiando" ed eliminando le proteine tossiche contenenti virus, dei vaccini, le sostanze tossiche dei farmaci, le sostanze tossiche dei cibi inadatti alla alimentazione salubre, i microbi inadatti ingeriti con i cibi e/ acque malsane, batteri non residenti e non attinenti alla ns. specie umana.

Il benessere è rappresentato da una flora autoctona ben ordinata

Non a caso circa il 65-70% delle funzioni del nostro sistema immunitario risiede nell'intestino nella mucosa e/o sotto di essa. La presenza di una flora autoctona ben ordinata rappresenta il benEs sere, la perdita di certe parti di essa e/o la mutazioni di parti di essa, fa la differenza fra salute e malattia

Molla Tutto...Ecco Il Segreto

Molla tutto stà lì il segreto - una poesia di Patrul Rinpoche

Tu che godi nell'unione di beatitudine e vacuita'
Assiso immobile su un disco di luna
Magnifico su un fiore dai cento petali
Splendente di luce bianca,
Omaggio a te, Vajrasattva, supremo maestro.
Ascolta Abushri,
Stupido disgraziato che sogni ad occhi aperti,
Ma ti ricordi di come i difetti mentali
Ti hanno confuso nel passato?
Allora sta attento ai difetti mentali nel presente,
E non vivere da ipocrita.
Da' un taglio alle congetture superflue.
Hai fatto centinaia di progetti
Che non si sono mai realizzati
E ti hanno portato solo insoddisfazione.
Le iniziative non condotte a termine sono come
Il movimento delle onde che si sovrappongono.
Sta un po' per conto tuo
E smettila di farti girare la testa.
Hai studiato centinaia di filosofie
Senza comprenderne nessuna.
Allora a cosa servono altri studi?
Hai studiato senza ricordarti poi niente nei momemti di bisogno, e a cosa serve allora la contemplazione?
Dimentica quello che chiami "meditazione"!
Tanto non pare ti stia curando dai difetti mentali.
Puoi aver recitato il numero prescritto di mantra
Ma non hai ancora il controllo sulle visualizzazioni.
Forse puoi avere controllo sulle visualizzazioni
Ma non hai ancora allentato la morsa della dualita'.
Puoi aver superato le malvagita' piu' ovvie
Ma non hai ancora domato il tuo ego.
Dimentica le sessioni di meditazione prefissate seguendo orari maniacali.
Acuta e limpida ma senza riuscire a lasciarsi andare, fonda e regolare ma mancante di chiarzza, visione profonda che punzecchia soltanto, questa e' la tua meditazione!
Dimentica l'abbaglio della concentrazione e la mente legata a un palo.
I discorsi sembrano interessanti ma non aiutano la tua mente.
La mente logica sembra sveglia ma in realta' semina confusione.
Le istruzioni orali appaiono molto profonde ma non aiutano se non sono messe in pratica.
Dimentica quello sfogliare di libri che causa distrazione e indebolisce la vista.
Percuoti il tuo antico tamburo da preghiera, ma solo per la novita' di giocarci.
Fai offerta del tuo corpo, ma di fatto ci sei ancora attaccato.
Il suono dei tuoi cimbali e' limpido e cristallino
Ma la tua mente e' pesante e torbida.
Dimentica tutti questi artifici, per quanto siano attraenti.
I tuoi discepoli sembra che studino ma non portano a termine niente;
Quando c'e' un luccichio di comprensione il giorno dopo e' sparito.
Imparano una cosa su cento ma non tengono a mente neanche quella.
Dimentica il fervore apparente di questi discepoli!
L'amico piu' caro e' pieno di amore oggi e indifferente domani.
Un minuto e' umile e quello dopo arrogante.
Piu' uno gli vuol bene e piu' diventa un alieno.
Dimentica il caro amico che sorride
Perche' l'amicizia e' ancora una novita'.
La tua ragazza ha un bel sorriso stampato ma chissà cosa sta pensando veramente?
Per una notte di piacere sono mesi di crepacuore.
Puoi passare un mese cercando di portartela a letto senza poi neanche riuscirci.
Non val proprio tutto lo scandalo e i pettegolezzi, quindi dimenticati di lei.
Chiacchere senza fine provocano simpatie e antipatie.
Possono essere divertenti e piacevoli, ma sono solo un imitare i difetti degli altri.
Chi le ascolta sembra d'accordo ma forse sotto sotto ti biasima.
Ti fanno solo venire la gola secca
Quindi dimentica le parole oziose!
Predicare senza esperienza diretta dei vari argomenti è come ballare sui testi sacri.
Il pubblico appare desideroso di asoltare
Ma in realta' non ha un vero interesse.
Se non pratichi quello che stai predicando te ne dovrai vergognare prima o poi, quindi dimentica le vane retoriche!
Quando non hai dei testi ne senti il bisogno; ma se li hai, allora no.
Sono solo pagine su pagine
E farne delle copie non finisce mai.
Tutti i libri del mondo non ti potranno soddisfare, quindi dimentica di copiarli, a meno che tu non venga pagato per farlo!
Un giorno sei bello rilassato, il giorno dopo tutto teso.
Non sarai mai felice se ti lasci influenzare dagli umori delle varie persone.
A volte sono si cordiali ma forse non quando hai bisogno di loro e finisce che ci puoi restare male.
Quindi dimentica le lusinghe e le buone maniere!
Le imprese politiche e religiose sono solo per i gentiluomini.
Non son cose per te, mio caro ragazzo.
Ricordati dell'esempio di una vecchia mucca che e' contenta di addormentarsi in una stalla.
Devi mangiare, dormire e andare di corpo, non se ne può fare a meno...
Qualunque cosa ci sia in piu', non sono affari tuoi.
Fai quello che hai da fare e resta con te stesso.
Sei l'ultimo degli ultimi quindi dovresti essere umile.
C'e' un'intera gerarchia sopra di te quindi smettila di fare l'arrogante.
Non dovresti avere troppi soci perché sicuramente sorgerebbero divergenze.
E dato che non sei coinvolto in imprese politiche o religiose
Non pretendere troppo da te stesso.
Molla tutto, sta' li' il segreto!

Questo insegnamento, nato dalla propria esperienza, viene dato dallo yogi Trime Lodro al suo caro amico Abushri. Praticatelo, anche se non c'è niente da praticare. Mollate tutto, questo è il punto. E anche se non riuscite a praticare il Dharma, non prendetevela troppo e non arrabbiatevi.